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Accés
Si accede al relitto dalla spiaggi antistante la chiesetta del paese di TorreFaro
Com?
Distància
Fàcil de trobar?
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Característiques del lloc d'immersió
Nom alternatiu Bowesfield Shipwreck
Profunditat mitjana 40 m / 131.2 ft
profunditat màxima 65 m / 213.3 ft
Corrent
Visibilitat
Qualitat
Qualitat del lloc d'immersió
Experiència
Interès biològic
Més detalls
Gentada entre setmana
Gentada al cap de setmana
Tipus d'immersió
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Activitats del lloc d'immersió
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Perills
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Informació addicional
Lo Stretto di Messina è certamente tra i luoghi più affascinanti del Mediterraneo,
e Capo Peloro insieme a Scilla, costituisce il sito principe da dove, è possibile coglierne la straordinaria bellezza.
Capo Peloro è il termine nord-orientale della Sicilia, propaggine del crinale che dai monti Peloritani degrada fino a diventare, la una bassa cuspide sabbiosa che si insinua tra Jonio e Tirreno.
Capo Peloro è battuto, con cadenza regolare, dalle correnti dello Stretto che giorno e notte, generano a pochi metri dalla riva il gorgo di Cariddi;
È proprio a poche centinaia di metri da questo punto, che ci immergiamo per andare a trovare una vecchia signora del mare la nave da carico britannica Bowesfield che qui ha terminato la sua esistenza in superficie nel 1892 per iniziare quella sommersa, nelle acque antistati la chiesa di Torre Faro, dell'omonimo borgo di pescatori alla periferia nord di Messina.
Scivolando nell'acqua lungo il declivio del fondale sabbioso, intorno ad una batimetria di 25 metri ci si stacca da esso pinneggiando nel blu, apparirà maestosa la grande prua della Bowesfield in perfetto assetto di navigazione.
Il primo impatto è mozzafiato, si ha quasi l'impressione di essere investiti dall'enorme spartiacque, la Nave è lì immobile da oltre un secolo, è possibile ammirare le concrezioni spugnose che ricoprono ogni centimetro, esposto alle più impetuose correnti dello stretto.
Questa nave è stata più volte scambiata con due navi che all’inizio del ‘900 hanno avuto una collisione nelle medesime acque, la Solferino e l’Amerique.
Della prima si sa con certezza che dopo la collisione fu riparata e dagli archivi navali risulta affondata a Sollum sulla costa settentrionale dell’Egitto.
Della seconda si hanno dati certi solo sulla sua sorte finale e sul suo posizionamento tali però da fare escludere con certezza che la “nave di Faro” possa essere l’Amerique.
L’elemento di partenza per la ricerca storica sulla “nave di Faro” è stata la narrazione popolare attraverso la quale diversi abitanti del borgo di Torre Faro, notoriamente i più anziani, hanno da sempre raccontato di un “vapuri ‘nglisi” o più semplicemente di un “vapuri” affondato nel mare lì di fronte e di una targa in ottone asportata dalla nave da loro indicata come “U vapuri ‘nglisi”;
Su questa targa sembra fossero riportate delle parole inglesi appunto,
“Richardson & Duck” , “Stockton on Tees” e una data “1881”.
Con questi pochi dati di partenza si iniziò in lavoro di ricerca e confronto con i tanti archivi storici e navali dai quali venne fuori un nome
Bowesfield,
una nave da carico inglese costruita dai cantieri navali “Richardson & Duck” di “Stockton on Tees” Gran Bretagna varata in 16 novembre 1880 e data come affondata nei pressi di Punta Faro. … i dati coincidevano!
e con tutta probabilità la targa in ottone venne posta qualche mese dopo il varo, a lavori ultimati nel 1881!!
Intanto una squadra di subacquei si immerse sul relitto per rilevarne le dimensioni.
La “nave di Faro” misurava 77 metri di lunghezza e circa 10 di larghezza massima e presentava un solo ponte.
Nella stiva di prua furono ritrovati discreti quantitativi di carbon fossile traccia del carico trasportato.
Dalla scheda di fabbricazione originale fornita dalla biblioteca comunale di Stockton si sono ricavate informazioni importanti come , il tipo di carico, il numero di stive, le dimensioni di lunghezza e di larghezza massima e il solo ponte.
Il confronto puntuale tali informazioni con quelle rilevate sul relitto, ebbe anch’esso esito positivo!
A confermare definitivamente l’identità della “Bowesfield” furono le ricerche effettuate presso Biblioteche locali ed internazionali, di fonti giornalistiche dell’epoca che potessero confermare luoghi, nomi e date … così riportava la “Gazzetta di Messina” del 23 Maggio 1892.
“Una disgrazia marittima è avvenuta jeri sulla punta di Torre Faro.
Il piroscafo inglese Bowesfield al comando del Cap. Bayley naufragò sulla punta del Faro.
Il sito dove il vapore investì, essendo pieno di scogli, fu impossibile ogni opera di salvataggio perché essendosi rotto in acqua dopo poco fu ingoiato. L’equipaggio composto di 23 persone fi tutto salvato. Il vapore, carico di carbone, era diretto a Bari.”
Anche la rimanenza del carico di carbon fossile corrispondeva …
La nave Bowesfiled era stata ritrovata!
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